martes, 5 de febrero de 2008

LIBROS - LIBRI

"Romanzo Criminale"- GIANCARLO DE CATALDO
"Una Novela Criminal"- GIANCARLO DE CATALDO
by Giorgio Rizzo

La vida es una novela ?
O quizás no!
Y después alguno dice: dónde está la diferencia?

Este mes hablamos de mala vida.
Droga, hurtos, robos y homicidios.
Por lo cual necesitamos un inicio entonado.

«Lo llamaban el Analfabeto porque en 10 años en la carcel no había podido terminar la escuela primaria.
Pero no era culpa suya. Eran condenas de 3 años y para terminar la primaria se necesitan 5.
Entonces a cada condena tenía que comenzar de cero. Nuevos compañeros, nuevos maestros, una gran confusión !
Apenas salido, el Sudamericano le dice que tenía en las manos un trabajito fácil fácil.
Había 100 sacos para él, mitad ahora, mitad después del trabajo terminado.
Se trataba de leer un libro y escribir algo sobre éste. El no entendía porque tenía que escribir arriba de esas páginas que ya estaban impresas con tantas palabras.
El Sudamericano le dice que no había entendido nada. Primero tenía que leer esas páginas y después, tenía que escribir algo en otras páginas en blanco.
Siendo así el trabajo no era tan fácil como pensaba!
Este maldito sudamericano lo había metido entre la espada y la pared!
Se la haría pagar caro. Le hará desaparecer toda la yerba mate, mate y bombilla ! (Además no entendía que encontraba de bueno en fumarse esa hierba, que además era complicada de enrollar con el papel!)»»

La vita è un romanzo?
O forse no!
E poi qualcuno mi dice dove sta la differenza!

Questo mese parliamo di malavita.
Droga, furti, rapine e omicidi.
E dunque ci vuole un inizio intonato.

««Lo chiamavano l'Anafabeta perché in dieci anni di galera non era riuscito a finire le scuole elementari.
Ma non era colpa sua. Erano condanne a tre anni e per la licenza elementare ce ne vogliono cinque.
Così ogni volta ricominciare. Nuovi compagni. Nuovi insegnanti. Una gran confusione!
Appena uscito, il Sudamericano gli disse che aveva per le mani un lavoro facile facile.
C'erano 100 sacchi per lui, metà subito, metà a lavoro finito.
Si trattava di leggere un libro e scriverci qualcosa sopra.
Lui però non capiva perché avrebbe dovuto scrivere qualcosa sopra quelle pagine visto che c'erano già stampate tante parole.
Il Sudamericano gli disse che non aveva capito niente. Prima quelle pagine, doveva leggerle. Poi, doveva scrivere qualcosa, su altre pagine bianche.
Messo così il lavoro non era poi così facile!
Quel maledetto sudamericano l'aveva incastrato!
Gliela avrebbe fatta pagare. Gli avrebbe fatto fuori tutto il mate a quella canaglia. (Cosa poi ci trovasse a fumarsi quell'erba proprio non lo capiva. Era anche difficile da arrotolare nelle cartine!)»»


Y mejor dejamos de lado esta historia, la cuenta con el sudamericano la arreglaré a su debido tiempo.
Pasemos al libro de este mes.
"Romanzo Criminale" de Giancarlo di Cataldo que lo leí a pesar de que sabía como terminaba.
Hace veinte años que escucho hablar de la banda de la Magliana (Roma). Sé quienes eran, y sé, más o menos como terminaron (también porque tuvieron poca fantasía: o muertos o encarcelados).
Pero me enganché con este libro como un eje en la rueda. Confieso de haber prolongado alguna que otra pausa del mediodía y haber ido a la cama antes, para poder leer alguna página de más.
Y todo esto por una historia que ya conocía. De la cual ya sabía el final.
Pero me gustó muchísimo haber girado por la Roma del Dandy y del Libanés, con un Rolex en la muñeca, andando en moto sin casco ( como se hacía 30 años atrás), entre partidas de poker, putas y punteros.
Y así, gracias a la compañía del Dandy y del Libanés, pienso que " Romanzo Criminale" es un lindo libro, y que Giancarlo di Cataldo es un gran narrador.
La historia de la mala romana se recorre velozmente, como una Ferrari entre las páginas ( que no son pocas)
Las venganzas, las reglas no escritas, el palo, la coca, los malos, arruinados hasta el final, y los buenos que no son tan buenos.
Y en cada capítulo pensas como puede ser que haya sido posible esta gangrena.
Como habrá sido posible que el depósito de las armas estaba ubicado en la bodega de un Ministerio, que Dandy, el capo de la banda fuera enterrado en una antigua capilla romana con el ok del alto prelado.
Que encima los servicios secretos trabajaban con la banda.
A este punto mi trabajo para el Sudamericano lo terminé.
Ahora espero mis 100 sacos.

Ma lasciamo perdere questa storia, il conto con il sudamericano lo regolerò a suo tempo.
Passiamo invece al libro di questo mese.
"Romanzo criminale" di Giancarlo di Cataldo che l'ho letto nonostante sapessi già come andava a finire.
E venti anni che sento parlare della banda della Magliana. So chi erano, e so, più o meno dove sono finiti. Anche perché hanno avuto poca
fantasia: o morti o carcerati.
Ma mi sono accanito su questo romanzo come un criceto sulla ruota.
Confesso di aver allungato qualche pausa pranzo e di essere andato a letto più presto, per poter leggere qualche altra pagina.
E tutto questo per una storia che già conoscevo. Di cui sapevo già il finale.

Ma mi è piaciuto moltissimo andare in giro per la Roma del Dandy e del Libanese, con un Rolex al polso, sulla moto senza casco (come si faceva 30 anni fa), fra partite a poker, puttane e spacciatori.
E così, grazie alla compagnia del Dandy e del Libanese, penso che , "Romanzo criminale" sia proprio un bel libro, e che Giancarlo Di Cataldo sia un grande narratore.
La storia della mala romana scorre via veloce come una Ferrari fra quelle pagine (che non sono nemmeno pochissime).
Le vendette, le regole non scritte, la stecca, la coca, i cattivi, marci fino in fondo, e i buoni che non sono poi così buoni.
E ad ogni capitolo pensi come sia stata possibile questa cancrena. Come sia stato possibile che il deposito delle armi fosse nello scantinato di un ministero, che Dandy, il capo della banda, sia seppellito in una antica basilica romana con il beneplacito di qualche altissimo prelato.
Che persino i servizi segreti collaboravano con la banda.
A questo punto il mio lavoro per il sudamericano l'ho fatto. Aspetto i
miei cento sacchi.


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