jueves, 5 de marzo de 2009

MUSICA

Dark was the Night



La Red Hot (organización que hace 20 años ayuda a la cura del HIV e del SIDA) nos vuelve a regalar un compilado de música (el n°20) con musicos increíbles !
Como siempre lo recaudado con la venta y promoción del cd sirve para ayudar a cumplir este gran objetivo.
No puede faltar en ninguna colección musical el bellísimo Red Hot Rio (donde se mezclaban músicos brasileros con grandes del rock) y el increíble Stolen Moments ( en el momento dorado del acid jazz, combinando grabaciones viejas de jazz con artistas del acid).
En el 2009, la Red Hot reunió a los artistas más representativos de la escena musical actual. Indie, Folk y otros estilos que guian la musica de esta época...
Antony, David Byrne, Sufjan Stevens, Feist, Yeasayer,Bon Iver, Jose Gonzalez, Arcade Fire, Cat Power, Beirut por nombrar algunos...
Versiones bellísimas de musicos únicos (Nick Drake, Bob Dylan, entre otros) y rarezas ...
La creme de la creme...música exquisita para un motivo importantísimo!
Que decirles! No se lo pierdan! y este es un buen motivo para volver a tener un cd original en nuestra biblioteca.

La Red Hot (organizzazione che da 20 anni aiuta la cura dell' HIV e l' AIDS) torna a regalarci una compilation di musica (la n°20) con due musicisti incredibili!
Come sempre il ricavato della vendita e promozione del cd serve per aiutare a raggiungere questo grande obiettivo.
Non possono mancare in nessuna collezione musicale il bellissimo Red Hot Rio (dove si mixavano musicisti brasiliani con star del rock) e l'incredibile Stolen Moments (nell'epoca dorata dell'acid jazz, combinando masterizzazioni vecchie del jazz con artisti dell'acid).
Nel 2009, la Red Hot riunisce gli artisti più rappresentativi della scena musicale attuale. Indie, folk e altri stili che guidano la musica di quest'epoca...
Antony, David Byrne, Sufjan Stevens, Feist, Yeasayer, Bon Iver, Jose Gonzalez, Arcade Fire, Cat Power, Beirut per nominare qualcuni...
Versioni bellisimi di musicisti unici ( Nick Drake, Bob Dylan, tra altri) e altre rarità...
La creme della creme...musica squisita per un motivo importantissimo!
Che dire ! Non perdetevelo! Questo è un buon motivo per tornare ad avere un cd originale nella vostra biblioteca.

CINE / CINEMA

L'Heure d'été - OLIVIER ASSAYAS
by Cines Arteplex ( Agencia de Publicidad: NO-WAIT )



LAS HORAS DEL VERANO es una pelicula enorme.Una casa con historia, objetos cargados de tiempo, una familia que se desintegra, tres generaciones puestas en relación (y contradicción): todo aparentemente pequeño. Pero Assayas consigue, a partir de estos mínimos narrativos, llevar al espectador muy lejos.
¿Cómo se incrusta el tiempo en los objetos y los lugares? ¿Cómo el dinero es capaz de desincrustar ese tiempo y borrar o nivelar el pasado? ¿Cómo ha cambiado la sociedad –francesa, sí, pero vale para toda otra sociedad- en el lapso de tres generaciones? ¿Cómo se enfrentó y se enfrenta cada una de estas tres
generaciones a su pasado y a su historia, al tiempo y por tanto a la vida?
Grandes preguntas dentro de una historia… que esboza inmensas respuestas.
La historia que cuenta “Las horas del verano” es aparentemente banal: una familia que se reúne los veranos en torno a una casa cargada de historia, antigua residencia y ahora cuasi-mausoleo de un célebre pintor, en ella vive la madre (y antigua amante además de familiar del pintor) de tres hijos que tendrán que hacerse cargo del pasado: mantenerlo intacto, borrarlo para siempre o trascenderlo. Y una tercera generación, la de los hijos-nietos, que están ya fuera de ese tiempo, aunque no puedan ignorarlo.
Sí, una reflexión sobre el tiempo, los objetos y el arte, sobre el destino de todo ese pasado y, por ende, sobre la sociedad actual. A partir de aquí, Assayas responde de varias y brillantes formas a las preguntas que él mismo plantea.
Assayas ha afirmado que su modelo para construir esta historia se inspira en el ciclo de las estaciones: "descubrimos una casa familiar viva, ruidosa, con las mismas pasiones de todas las familias. Y después, unos meses más tarde, durante el duelo, volvemos a ella para vaciarla, repartir los objetos, venderla.
Las obras serán pesadas, juzgadas, evaluadas. Las más preciadas servirán para regular los derechos de sucesión. Y las encontramos en la sala de un museo, cautivas como los animales de un zoo, allí paralizadas, para todos y para siempre. La casa queda vacía. La siguiente generación, la de los adolescentes, podrá hacer en ella una última fiesta. Y en esta página blanca, les toca a ellos reconstruirlo todo”

LE ORE DELL'ESTATE è un film immenso. Una casa con delle storie, oggetti caricati di tempo, una famiglia che si disintegra, tre generazioni che si relazionano (e contraddizione): tutto sembra piccolo. Ma Assayas riesce, da questi minimi racconti, a portare lo spettatore molto lontano.
Come si mette il tempo negli oggetti e nei luoghi? Come il denaro è capace di rompere questo tempo o livellare il passato? Come ha cambiato la società - francese, sì, ma anche altre società- nel periodo di tre generazioni? Come abbiamo fatto fronte e come fa fronte ognuna di queste generazioni al suo passato e alla sua storia, al tempo e alla vita?

Grande domande dentro una storia...che abbozza delle immense risposte.
La storia che racconta il film sembra banale: una famiglia che si riunisce l'estate attorno ad una casa caricata di storie, antica residenza e adesso quasi- mausoleo di un famoso artista, nella quale abita la madre (e antica amante anche famiglia dell'artista) di tre figli che si faranno carico del passato: mantenerlo intatto, cancellarlo per sempre o farlo trascendere. E una terza generazione, quella dei figli-nipoti, che stanno già fuori da quel tempo, anche se non possono ignorarlo.
Sì, una riflessione sul tempo, gli oggetti e l'arte, sul destino di tutto quel passato e, anche, sulla società attuale. Da qui, Assayas risponde in vari e fantastici modi alle domande che lui stesso si fa.
Assayas ha affermato che il suo modello per costruire questa storia si ispira al ciclo delle stagioni:"scoprimmo una casa familiare viva, rumorosa, con delle stesse passioni che tutte le famiglie. E dopo, mesi piu tardi, durante il lutto, torniamo a lei per svuotarla, dividere gli oggetti, venderla.
Le opere saranno pesanti, giuducate, valutate. Le più pregiate serviranno per regolare i diritti della successione. E le troviamo nella sala di un museo,
incarcerate como gli animali di uno zoo, lì paralizzate, per tutti e per sempre. La casa rimane vuota. La seguente generazione, quella degli adolescenti, potrà fare in quella un'ultima festa. E in questa pagina bianca, loro dovranno ricostruire tutto".

ARTE

SANTIAGO SIERRA



El arte en la actualidad es asi. Te puede gustar, lo puedes odiar, lo puedes considerar basura o que no es arte.
El caso de Santiago Sierra es un caso interesante.
A mi me provoca muchas cosas. Y para mi eso es muy importante.
Sus obras siempre te dejan un sabor amargo. Es asi. Es la realidad hecha arte.
El ser humano es asi. Y Santiago Sierra hace de las verdades del ser humano arte.
Nos hace sentir la verdad... nos hace ver que no vemos a todos igual, queres llamarlo racismo? llamalo como quieras...
Ironico 100% No se cansa de jugar y hacer arte con las crudezas y realidades de este mundo.

L'arte nell'attualità è così. Ti può piacere, la puoi odiare, la puoi considerare spazzatura o che non è veramente arte.

Il caso di Santiago Sierra è un caso interessante.

A me provoca molte cose. E per me quello è molto importante.
Le sue opere ti lasciano sempre un sapore amaro. E' cosi. E' la realtà fatta arte.
L'essere umano è così. E Santiago Sierra fa delle verità dell'essere umano-arte.
Ci fa sentire la verità... ci fa vedere che non vediamo tutti uguali, vuoi chiamarlo razzismo? Chiamalo come vuoi...
Ironico al 100%. Non si stanca di giocare e fare arte con le crudeltà e la realtà di questo mondo.


DIENTES DE LOS ÚLTIMOS GITANOS DE PONTICELLI
Ponticelli, Nápoles, Italia. Junio de 2008
I DENTI DEGLI ULTIMI ZINGARI DI PONTICELLI
Ponticelli, Napoli, Italia. Giugno 2008

www.santiago-sierra.com

martes, 3 de marzo de 2009

FOTOGRAFIA

Potrero - GUSTAVO DI MARIO

Desde mucho tiempo siento ese nombre...
Gustavo es un fotógrafo que siempre estuvo mimado por la prensa, los artistas, las modelos, el glamour....
Pero no es solo un fotógrafo famoso...Gustavo tiene estilo.
Y lo mejor de su producción seguramente seran las fotos que no conocemos...
O por lo menos las menos comerciales...
Esta serie llamada Potrero es imperdible : una foto mejor que otra...
Gustavo logró captar en sus imagenes las almas y los sentimientos del potrero.
Y quizas ahi esta la diferencia de Gustavo con otros fotografos...no solo hace fotos increibles con modelos que están bárbaras...hace fotografias hermosas con las personas de la calle, fotos que trasmiten sentimientos..
Los dejo con las imagenes que lo dicen todo.


Da molto tempo fa sento questo nome...
Gustavo è un fotografo che sempre è stato coccolato dala stampa, dagli artisti, le top model, il glamour...
Ma non è solo un fotografo famoso,,,Gustavo ha stile.
E il meglio della sua produzione sicuramene sono le foto che non conosciamo...

O sicuramente le meno commerciali...

Questa serie chiamata Potrero (campo di terra dove i ragazzi giocano a calcio) è imperdibile: una foto migliore dell'altra...
Gustavo è riuscito a prendere l'anima e i sentimenti del "potrero".
E forse lì sta la differenza di Gustavo con altri fotografi...Non solo fa delle foto incredibili con delle top model che sono bellissime...fa fotografie bellissime con delle persone della strada, foto che trasmettono sentimenti...

Vi lascio con le immagini che dicono tutto.




UN LUGAR EN EL MONDO / UN LUOGO NEL MONDO

Centro Botanico Moutan- ITALIA
by Giorgio Rizzo

El año pasado había escrito del "Puente del Diablo", en Vulci.
Ahora les hablaré del paraíso; Sin pasar por el purgatorio, como hizo el supremo Dante. Aunque si entre Dante y yo ... lamentablente para ustedes, no escribiremos del mismo modo.
Pero volvamos "al paraíso": está en Vitorchiano en la provincia de Viterbo, y se llama "Centro Botánico Moutan": un jardín de fantásticas peonías.
Podría explicarles el camino, quizás con algun mapa.
Pero les arruinaría el placer de equivocar la ruta con sus navegadores.
Ahora comenzaré así.
O "Nieve suave", subsistes en mi "Pensamiento Azul", mientras miro una "Sonriente campesina" con su sonrisa de "Jade blanca" y sus cachetes, "Bellezas gemelas variegadas" moviendose como "Mariposas rojas". Ella me enfrenta como una "Hada en la gruta", explendente como una "Flor púrpura de la planta del huevo", con sus labios "Rojos de los cinco continentes".
No se preocupen, no enloquecí.
Y no son los versos de alguna canción melosa de Gigi Dìalessio de Pechin.
Esas palabras entre comillas son justamente algunos de los maravillosos nombres, dados de los jardineros chinos a las bellísimas peonías.
Y en el jardín del Centro Botánico Moutan, encontramos peonias chinas y del Himalaya: una verdadera alegría para la vista y el olfato.
Un verdadero paraíso, donde podrán seguramente gratificar gran parte de los cinco sentidos - la vista, con las maravillosas flores - el tacto, con los pétalos de colores y las hojas peludas - el olfato con el perfume delicado de las peonias Rokii - el oído, mimado del canto de los pájaros y del susurrar de las abejas, borrachas de polen.
Faltaría solo el gusto. ustedes podrían sorprenderse de la idea de comerse una peonía (aunque si es verdad que sus raíces tienen óptimas prodpiedades depurativas).
Pero esto no es parte del menu del restaurant al aire libre ubicado en el Centro Botánico Moutan donde, ademas de las bellísimas flores ( de peonias ....) en cada mesa, encontrarán una óptima cocina y un buen vino.
El paraíso es completo.
Hay tambien bellas chicas, guias al interno del jardín; pero no siendo siete para cada hombre, deduzco que no se trata de un paraíso musulmán con sus vírgenes Uri.
Los más exigentes podrán desear la compañia de Monica Bellucci o de George Clooney, pero viendo que la entrada es gratuita, acontentense con lo que hay, Y además si habrían este tipo de noticias en el paraíso, las conversiones a la religión sería en multitudes.
Si van a ir, vayan en Abril sino no van a ver las flores.
Chau a todos - escribanme a nedavi@libero.it

Lo scorso anno vi avevo scritto del "Ponte del Diavolo", a Vulci.
Ora vi parlo del paradiso; Senza passare per il purgatorio, come fece il sommo Dante. Anche se io e Dante ... purtroppo per voi, non scriviamo alla stessa maniera.
Ma torniamo "al paradiso": é a Vitorchiano in provincia di Viterbo, e si chiama "Centro Botanico Moutan": Un giardino di fantastiche peonie.
Potrei spiegarvi il percorso, magari con qualche mappa.
Ma vi rovinerei il piacere di sbagliare strada con il vostro TomTom.
Allora incomincerò così.
O "Neve soave", tu susciti in me "Pensieri blu", mentre vedo una "Ridente campagnola" con il suo sorriso di "Giada bianca" e le sue guance, "Bellezze gemelle variegate" muoversi come "Farfalle rosa". Lei mi viene incontro come una "Fata nella grotta", splendente come un "Fiore porpora della pianta delle uova", con le sue labbra "Rosso dei cinque continenti".
Ebbene, non sono rincoglionito.
E non era nemmeno un brano del Gigi D'Alessio di Pechino.
Quelli tra virgolette sono proprio alcuni dei meravigliosi nomi, dati dai giardinieri cinesi alle bellissime peonie.
E nel giardino del Centro Botanico Moutan, ci sono peonie cinesi e dell'himalaya: vera gioia per gli occhi e per il naso.
Dunque un vero e proprio paradiso, dove potrete sicuramente gratificare molti dei cinque sensi - la vista, con i fiori meravigliosi - il tatto, con i petali colorati e le foglie vellutate - l'odorato, cullato dai profumi delicati delle peonie Rokii - l'udito, coccolato dal canto degli uccelli e dal ronzio delle api, ubriache di polline.
Mancherebbe solo il gusto. E voi potreste restare perplessi all'idea di mangiare qualche peonia (anche se le radici hanno ottime proprietà officinali).
Ma non è questo il menù del ristorante all'aperto del Centro Botanico Moutan dove, oltre ad un bellissimo fiore (di peonia...sic..) su ogni tavolo, troverete ottima cucina e buon vino.
Il paradiso è completo.
Ci sono anche belle ragazze, guide all'interno del giardino; ma non essendo sette per ciascun uomo, ne deduco non si tratti del paradiso mussulmano con le sue vergini uri.
I più esigenti, potrebbero desiderare anche la compagnia della Monica Bellucci o di George Clooney, ma visto l'ingresso gratuito, accontentatevi. E poi, se ci fossero notizie del genere sul paradiso, le conversioni sarebbero di massa.
In ogni caso andateci ad aprile altrimenti niente fiori.
Ciao a tutti - scrivetemi nedavi@libero.it

QUE NO QUEDE EN PICADA / NON SOLO ANTIPASTI

Strogonoff aéreo
by Daniela Kodenczyk & Juan Christmann

Muchos dicen que la comida de avión no merece el título de comida, que soló es una excusa para engañar el estomago durante el vuelo. Que hasta la cantidad es poca a propósito, porque nadie comería más que lo que cabe en esa bandejita.
Puede que tengan razón, pero los que dicen eso, jamás probaron el pollo al strogonoff de Atlantic Intertational.
Esta línea aérea comenzó, como su nombre lo indica, conectando ciudades de uno y otro lado del Océano Atlántico. Tiempo despúes, el mundo globalizado se encargo de que Atlantic International haga vuelos por encima del resto de los océanos. Con un mínimo de nueve horas de viaje, estaba garantizada una comida, ya sea almuerzo o cena. Y por cada almuerzo o cena, existía una posibilidad de recibir una porción de pollo a la strogonoff.

Se dice que el éxito de esta empresa aérea multinacional se debe, en gran medida, a unos simples trozos de pollo envueltos en una salsa suculenta.
En lugar de la típica pregunta: ¿Qué se va a servir? ¿Pollo o pastas? Las azafatas pasaban levantando pedidos preguntando: ¿Pata o muslo?
Por esta época fue que Jaqueline Vouguen comenzó a trabajar como asistente a bordo.
Siempre impecable, con su traje color caqui y su sonrisa llena de dientes. Parecía una gazela gesticulando dónde quedaban las salidas de emergencia. Con la dulzura de una chica de unos veintipocos años, recien cumplidos.
El momento de la comida era su preferido por dos cosas: porque la gente le agradecía y la felicitaba como si el pollo hubiera sido fruto de sus propias manos. Al principio, su reacción era explicar que ella no tenía nada que ver, que en todo caso, ella se iba a encargar de comunicar el halago a la cocinera.
Pero con el tiempo, cambió las explicaciones por agradecimientos y se hizo cargo completamente de todos los créditos. Al fin y al cabo de alguna u otra manera, era ella la fuente de donde provenía tan preciado manjar.
La segunda causa por la cual el momento de la comida era el mejor del viaje, era básico y simple. Después de servir a todos los pasajeros, es el momento de comer para los tripulantes. Los compañeros de vuelo de Jaqueline iban cambiando, las charlas también. Algunas eran más divertidas, otras simplemente se trataban sobre en cuántas ciudades había estado cada uno. Charla que para Jaqueline, era una competencia absurda enmascarada de cordialidad. Nadie quería saber en realidad donde había estado el otro, sino ver donde no había estado, para entrar con el comentario:
-“¿Cómo?, ¿no fuiste a Bangladesh? no te lo puedo creer. Si no fuiste a Bangladesh, no viste nada. Allá es otra cultura, otros valores y se come de bien!”
Cada vez que escuchaba estas frases, ella pensaba: - “Esta se hace mucho la viajera y apuesto que no salió del aeropuerto y la comida de la que tanto habla, seguro venía en bandeja y con el logo de Atlantic International.”
De todas maneras, ninguna charla era mala, mientras hubiera pollo al strogonoff de por medio. Jaqueline disfrutaba mucho el aroma, la espesura de la salsa, el punto jugoso del pollo.
Con tanta cantidad de vuelos y destinos, es moneda corriente en este tipo de rubro que entre los tripulantes aéreos se pidan favores. Se cubran unos a otros, algo asi como: hoy voy a Madrid por vos y mañana vas a Hamburgo por mi.
Habitualmente, la persona interesada en cambiar de destino, lo hace para ir a uno más exótico, o uno donde tiene algún amante o amigo para ir a visitar.
En el caso de Jaqueline, si tenía que elegir entre, Tokio o Sidney, elegía el vuelo que venía con pollo.

Así fue que de Paris voló a Bruselas, de Bruselas a Florida, de Florida a San Francisco, de San Francisco a Hawai y de Hawai a Seul, de Seul a Mumbai, Mumbai a Estambul y de Estambul a Paris. Siempre siguiendo la ruta del pollo. Quien conoce la historia de Jaqueline Vouguen, piensa que es una persona cerrada a probar nuevas cosas. Lo que no saben, es que en cada destino, Jaqueline iba en búsqueda de un plato que supere en su podio personal al pollo al strogonoff.
Le dio chances a los mejillones de Bruselas, cenó kim chee en uno de los mejores restaurantes coreanos en Seul y también se dejó tentar por el Khorma en Mumbai. Pero ninguno como de estos superaba al pollo degustado a treinta mil pies de altura.
Cuando terminó de dar la vuelta, se dió cuenta que entre vuelo y vuelo fue ganando horas y al final del viaje había ganado todo un día. Un día de vida. Tal como en el cuento del viaje en globo. Esto le causo gracia y comenzó a hacerlo como rutina. Repitió ese itinerario semanalmente durante meses. Siempre hacia el Oeste, siempre ganando horas y siempre disfrutando de su pollo al strogonoff.
Al año y medio habia ganado un mes. Y así siguió, buscando vuelo cada vez más largos, sin escalas, casi en linea recta. Mientras menos conexiones, más rápido
estaría ganando horas.
Los vuelos largos e incomodos que nadie quería, eran los preferidos por Jaqueline.
Asi fue que modificó su ruta para viajar de Paris a New York, de New York a Seattle, de Seattle a Tokio y de Tokio a Paris.
Cada vez que volvía a Paris sentía que volvía a casa y allí se quedaba una semana.
Pasaron los años y su colección de horas, días y meses llegó a veintitres meses, quince días y ocho horas. Casi dos años de vida ganados. Dos años. Esto la
estimulaba cada vez más.
Es sabido que en la profesión de los asistentes aéreos, la juventud es casi un requisito. Nunca nadie vió una asafata vieja.
Este último pensamiento repicaba en la cabeza de Jaqueline. Cada vez que estaba en tierra, sentía como su cuerpo envejecía segundo a segundo. Porque no
estaba viajando hacia el Oeste, porque no estaba ganando horas, porque estaba perdiendo el tiempo. Su carrera contra el tiempo era diferente a la de las demás mujeres, ella no necesitaba de cremas antiarrugas, ni pilates, ni liftings, ella sólo necesitaba volar.
Así fue que un día, exactamente un quince de Septiembre, decidió tomar una medida drástica: Paris-Vancouver, Vancouver-Shangai, Shangai-Paris. Sin escalas, sin demoras. Tres vuelos, de ocho horas cada uno, seguidos, siempre ganando horas, siempre hacia el Oeste. Llegó a Paris en lo que tarda un día y había ganado casi la misma cantidad de horas. El tiempo no pasó, al menos para ella. Siguió siendo quince de Septiembre, al menos para ella.
Ese quince de Septiembre, que para el resto del mundo era dieciseis, Jaqueline Vouguen descubrió que para ser azafata, sólo se tendía que mantenerse joven y para mantenerse joven, solo tendría que seguir siendo azafata.
Ella continúa trabajando en Atlantic Intertational, viajando de Paris a Vancouver, de Vancouver a Tokio y de Tokio a Paris. Siempre impecable, con su traje color caqui y su sonrisa llena de dientes. Pareciendo una gazela gesticulando dónde quedaban las salidas de emergencia. Con la dulcura de una chica de unos veintipocos años, recien cumplidos.
Y siempre esperando con ansias el momento de la comida, para disfrutar su pollo a la strogonoff.


Tanti dicono che il cibo degli aerei non merita il titolo di cibo, che è solo una scusa per ingannare lo stomaco durante il volo. Che anche la quantità è poca apposta, perchè nessuno mangiarebbe di più di quello che entra nel piattino.
Può darsi che sia vero, ma quelli che dicono questo, mai hanno assaggiato il pollo allo strogonoff dell'Atlantic International.
Questa linea aerea ha cominciato, come indica il suo nome, collegando città di uno e dell'altro lato dell' Oceano Atlantico. Dopo un pò, il mondo globalizzato ha fatto sì che l'Atlantic international volasse sopra tutti gli altri oceani. Con un minimo di nove ore di volo era garantito un pasto, pranzo o cena. E per ogni pranzo o cena, esisteva la possibilità di ricevere una porzione di pollo alla strogonoff.

Dicono che il successo di questa impresa aerea multinazionale sia, in grande misura, dovuta a dei semplice bocconcini di pollo involti in un sugo succulento.
Invece della tipica domanda "Cosa vuole? Pollo o pasta?" il personale a bordo prende le richieste chiedendo "Coscia o sopraccoscia?"
In quel periodo Jaqueline Vouguen ha cominciato a lavorare come assistente di volo.
Sempre impeccabile, con il suo vestito color cachi e il suo sorriso a 32 denti. Sembrava una gazzella che gesticolava dove era l'uscita di emergenza. Con la sua dolcezza tipica di una ragazza di venti... anni, appena compiuti.
Il momento di mangiare era il suo preferito per 2 motivi: perchè la gente la ringraziava e le faceva complimenti come se il pollo fosse stato fatto dalle sue
stesse mani. I primi tempi la sua reazione era spiegare che lei non aveva niente a che vedere con la cucina, che nel migliore dei casi, lei avrebbe comunicato i complimenti alla cuoca. Ma col tempo, ha cambiato le spiegazioni in ringrazamenti e si faceva carico completamente di tutti i crediti. Alla fine in un modo o in un altro, era lei la fonte da dove provineva tanto cibo pregiato.
La seconda ragione per la quale il momento del cibo era il migliore del viaggio, era basico e semplice. Dopo aver servito tutti i passaggeri, è il momento di mangiare per l'equipaggio. I compagni di volo di Jaqueline cambiavano, le chiacchere anche. Alcune erano divertenti, in altre occasioni semplicemente si parlava della quantità di posti in cui ognuno di loro era stato. Chiacchere che per Jaqueline erano una concorrenza assurda nascosta dalla cordialità. Nessuno voleva sapere in realtà dove
era stato l'altro, ma sapere dove non era stato, per entrare con il commento:

-"Come? Non sei stato a Bangladesh? Non ci posso credere. Se non sei stato a Bangladesh, non hai visto niente. Li è un altra cultura, altri valori e si mangia benissimo!"
Ogni volta che sentiva queste frasi, lei pensava: -"Questa fa tanto la viaggiatrice e sicuramente non è uscita dall'aeroporto e il cibo di cui tanto parla sicuramente veniva in vassoio e col logo di Atlantic International."
Comunque, nessuna chiacchera era male, mentre ci stava il pollo allo strogonoff in mezzo. Jaqueline godeva molto dell'aroma, lo spessore del sugo, il punto giusto del pollo.
Con tanta quantità di voli e destini, è moneta corrente in questo tipo di lavoro che tra l'equipaggio aereo si fanno favori, si nascondano gli uni con gli altri, qualcosa così comune come: oggi vado a Madrid per te e domani vai ad Amburgo per me.
Abitualmente, la persona interessata a cambiare destinazione, lo fa per andare in uno più esotico, o perchè ha un amante o amico da visitare.
Nel caso di Jaqueline se doveva scegliere tra Tokio e Sidney, sceglieva il volo dove veniva servito il pollo.


Ha provato le cosce di Bruselle, ha cenato lim chee in uno dei migliori ristoranti coreani di Seul e si è anche lasciata tentare dal khorma in Mumbai. Ma nessuno superava il pollo assaggiato a trentamila piedi di altezza.
Quando aveva finito di fare il giro, aveva capito che tra un volo e l'altro aveva guadagnato ore e alla fine del viaggio aveva guadagnato tutto un giorno. Un giorno
di vita. Sempre direzione ovest, sempre guadagnando ore e sempre godendo del suo pollo al strogonoff.
Dopo un anno e mezzo aveva guadagnato un mese. E così ha continuato, cercando voli ogni volta più lunghi, senza scali, quasi in linea diretta, con meno coincidenze, più veloci da guadagnare delle ore.

I voli lunghi e scomodi che nessuno voleva erano i preferiti per Jaqueline.

Così che ha modificato la strada per viaggiare da Parigi a New York, da New York a Seattle, da Seattle a Tokio e da Tokio a Parigi.
Ogni volta che tornava a Parigi sentiva che tornava a casa e lì rimaneva una settimana.
Dopo anni, la sua collezione di ore, giorni e mesi arrivavano a ventitre mesi, quindici giorni e otto ore. Quasi due anni di vita guadagnati. Due anni.
Questo la stimolava ogni volta di più.
E' risaputo che nella professione degli assistenti di volo, la gioventù è quasi un requisito. Mai nessuno ha visto una assistente vecchia.
Questo ultimo pensiero stava nella testa di Jaqueline. Ogni volta che stava a terra sentiva che il suo corpo invecchiava secondo dopo secondo, perchè non stava
viaggiando direzione ovest, perchè non stava guadagnando ore, perchè stava perdendo tempo. La sua carriera contro il tempo era differente da quella delle altre donne, lei non aveva bisogno di creme antiage, nè pilates, nè liftings, lei aveva bisogno solo di viaggiare.
Così venne il giorno, esatamente un quindice di settembre,che ha deciso di prendere una decisione drastica: Parigi-Vancouver, Vancouver-Shangai, Shangai-Parigi.
Senza fermarsi, senza dimore. Tre voli, di otto ore ognuno, di seguito, sempre guadagnando ore, sempre verso ovest. E' arrivata a Parigi in un giorno e aveva
guadagnato quasi la stessa quantità di ore. Il tempo non era passato, almeno per lei. Segueva esssendo il quindici Settembre, almeno per lei.
Quel quindici di Settembre, che per tutto il resto del mondo era sedici, Jaqueline aveva scoperto che per essere hostess, solo doveva essere giovane e per essere giovane, solo doveva solo continuare ad essere hostess.
Lei continuava lavorando in Atlantic International, viaggiando da Parigi a Vancouver, da Vancouver a Tokio e da Tokio a Parigi. Sempre perfetta, con il suo
vestito color cachi e il suo sorriso a 32 denti. Sembrando una gazzella che gesticola dove sono le uscite di emergenza. Con la dolcezza di una ragazza di venti...anni, appena compiuti.
E sempre aspettando con ansia il momento di mangiare, per godersi il suo pollo alla strogonoff.


Blog de Juan Christmann & Daniela Kodenczyk : http://quelacosanoquedeenpicada.blogspot.com

LETRAS / SCRITTI

Nordelta - ROMINA AMODEI

Sopla el viento,
La tensión que fluye,
Por el agua al galope.

Una leve caricia,
Por debajo de su piel
Lo hace suspirar.

Vuela su secreto,
Más allá que de su voz,
Horizonte destemplado
Entre cálidos y fríos.

Vibraciones leves
Penetran (en) la profundidad
De aquel sonido.

Barrenando entre olas que no lo son,
Acompañado de soles y espejos,
Baja el resplandor del río.

Soffia il vento
La tensione che fluttua,
Per l'acqua al galoppo.

Una lieve carezza,
Sotto la sua pelle
Lo fa sospirare.

Vola il suo segreto,
Più lontano che la sua voce,
Orizzonte intemperante
Tra caldi e freddi.

Vibrazioni lievi
Penetrano (ne)lla profondità
Di quel suono.

Gallegiando tra le onde che non lo sono,
Accompagnato da soli e specchi,
Cade il risplender del fiume.

ANIMACION / ANIMAZIONE

Coldcut - WOOF WAN-BAU


Esta sección es una de las que más me divierte hacer...Ya que me tengo que poner a buscar y entrar en el desafío de encontrar algo que realmente me guste, me emocione...por ello hay meses que no se realiza...
Este mes, esta animación me entusiasmó...Partimos de la realidad y entramos en un video de los años 80 , donde "caperucita roja" (se parece no ?) tiene que
llevar en su canastita "algo" a su destino...atravesando este mundo infantil pero terrible...exactamente como este mundo en que vivimos que lo hacen ver lindo y realmente es terrible!
Ojalá lleguen al final de la animación, asi descubriran el final del objeto a portar y si caperucita llega sana y salva a cumplir su objetivo.

Questa sezione è una delle più divertenti da fare...Intanto mi devo mettere alla ricerca ed entrare nella scomessa di trovare qualcosa che realmente mi piaccia, mi emoziona...per quello ci sono dei mesi che non la realizzo...
Questo mese, questa animazione mi ha entusiasmato tanto...Partiamo dalla realtà ed entriamo in un videogioco dei anni '80, dove cappuccetto rosso (sembra vero?) deve portare nel suo cestino "qualcosa" a destinazione...attraverso questo mondo infantile ma terribile...uguale al nostro mondo come lo fanno vedere bello ma in realtà è terribile!
Magari arrivate alla fine dell'animazione, così scoprirete il finale dell'oggetto da portare e sì cappuccetto rosso arriva sana e salva a compiere il suo obiettivo.

LA IDEA / L'IDEA

Obama Sushi

Obama es actualmente el símbolo más importante de este año y se perfila para ser uno de los personajes del siglo.
Y esto sin dudas va acompañado de una excelente imagen.
La campaña para la elección presidencial fue un ejemplo de como utilizar los medios de comunicación de vanguardia (la llamada web 2.0 / youtube / facebook / blog etc...) de una manera óptima.
Ya varios artistas utilizaron la imagen de Obama para crear iconos.
Pero sin dudas una de las ideas más sorprendentes es la de este maestro del sushi japonés....
Que creo los obama sushi !!!

Obama è attualmente il simbolo più importante di questo anno e si prepara ad essere uno dei personaggi del secolo.
E questo senza dubbi grazie anche ad una eccellente immagine.
La campagna elettorale per la presidenza è stato un esempio di come utilizzare i mezzi di comunicazione di avanguardia (la chiamata web 2.0 / youtube / facebook /
blog ecc...) in un modo ottimale.
Già diversi artisti hanno utilizzato la loro immagine per creare delle icone.
Ma senza dubbio una delle idee più sorprendenti è questa di un maestro del sushi giapponese...
Ha creato le obama sushi!!!


Link: Obama sushi