IDEAS DEL DIA DESPUES / IDEE DEL GIORNO DOPO
by Juan Christmann & Daniela Kodenczyk
El proceso creativo tiene diversas fórmulas, caminos, puntos de inicio, gatillos disparadores, cada uno con su librito. Esta es la historia de un genio contemporáneo: Augusto Martinelli, escritor culiniario.
Le llevó años a Martinelli encontrar su verdadera vocación. Pasó por varias redacciones de diarios y revistas, dejando su impronta en la historia periodística de los años ochentas. Como la vez en que el Sumo Pontífice se vió cuestionado a causa de irregularidades tributarias de la iglesia. El titular regía:¨ El Papa sabe donde esta la papa.
O cuando trabajando para un diario local, tituló la noticia de un trágico accidente de tránsito en el cual un camión que transportaba productos vitivinícolas provenientes de la región de Mendoza, perdió el control y terminó incrustado contra el centro de la asociación barrial Albina de Ituzangó, con la frase: ¨ Al bino, vino.¨
Fueron este tipo de titulares polémicos los que hacían que Martinelli no durara más de dos o tres meses en cada puesto de trabajo. Algunos amigos cercanos lo consolaban diciendo que era un incomprendido. El resto de sus amigos, directamente le dejaron de dirigir la palabra.
Durante sus períodos de abstinencia laboral, Martinelli pasaba dos tercios del día en el bar. El otro tercio se lo dedicaba sus ocho horas de sueño. ¿Quién iba a pensar, que las largas noche de bebidas, iban a abrirle una nueva perspectiva dentro del imaginario mundo de la creatividad?
Su musa inspiradora no viene del alcohol. O por lo menos, no directamente.
Algunos dicen que la mayoría de los grandes artistas que hoy se idolatran en salas de museo, eran consumidores y abusadores de diversos tipos de estupefacientes. Que gracias a la droga tenemos al surrealismo.
La historia de nuestro genio no tiene nada que ver con eso. O por lo menos, no directamente. La genialidad de las ideas que Augusto plasma en un menú, no le
llega cuando está borracho. Sino a la mañana siguiente, cuando está de resaca.
Sigue >>
Il processo creativo ha diverse formule, strade, punti di inizio, grilletti sparatori, ognuno con il suo libretto. Questa è la storia di un genio contemporaneo: Augusto Martinelli, scrittore culinario.
Ha impiegato anni Martinelli per trovare la sua vera vocazione. Ha passato varie redazioni di giornali e riviste lasciando la sua impronta nella storia
giornalistica degli anni ottanta. Come quella volta che il Sommo Pontefice è stato criticato per cause di irregolarità tributarie della chiesa. Il titolo
diceva: " Il Papa sa dove si trova la pappa."
O quando, lavorando per un giornale locale, ha titolato la notizia di una tragedia automobilistica nel quale un camion che trasportava prodotti vinicoli della regione di Mendoza, ha perso il controllo ed è finito incastrato nella sede di una associazione di quartiere chiamata Albina di Ituzango, con la seguente frase: "Al bino, vino."
Furono questo tipo di titoli polemici che facevano sì che Martinelli non durasse più di due o tre mesi in ogni posto di lavoro. Qualche amico vicino lo consolava dicendo che lui era un incompreso. Altri amici, invece, smisero di parlargli.
Nei periodi di astinenza lavorativa, Martinelli rimaneva due terzi del giorno al bar. L'altro terzo lo dedicava alle sue otto ore di sonno. Chi poteva pensare che le lunghe serate di alcool sarebbero ad aprirle una nuova prospettiva dentro all’immaginario mondo della creatività?
La sua musa ispiratrice non veniva dall’alcool. O non direttamente.
Alcuni dicono che la maggioranza dei grandi artisti che oggi sono idolatrati nelle sale dei musei, erano consumatori e abusavano di diversi tipi di stupefacenti. Che grazie alla droga abbiamo il surrealismo.
La storia del nostro genio non ha niente a che vedere con quello. O non direttamente. La sua genialità delle idee che Augusto plasma sul menu, non gli arrivavano quando era ubriaco. Ma alla mattina seguente, quando era “di risacca”.
Segue >>
Blog: http://quelacosanoquedeenpicada.blogspot.com
Fotografia: Juan Christmann
by Juan Christmann & Daniela Kodenczyk
El proceso creativo tiene diversas fórmulas, caminos, puntos de inicio, gatillos disparadores, cada uno con su librito. Esta es la historia de un genio contemporáneo: Augusto Martinelli, escritor culiniario.
Le llevó años a Martinelli encontrar su verdadera vocación. Pasó por varias redacciones de diarios y revistas, dejando su impronta en la historia periodística de los años ochentas. Como la vez en que el Sumo Pontífice se vió cuestionado a causa de irregularidades tributarias de la iglesia. El titular regía:¨ El Papa sabe donde esta la papa.
O cuando trabajando para un diario local, tituló la noticia de un trágico accidente de tránsito en el cual un camión que transportaba productos vitivinícolas provenientes de la región de Mendoza, perdió el control y terminó incrustado contra el centro de la asociación barrial Albina de Ituzangó, con la frase: ¨ Al bino, vino.¨
Fueron este tipo de titulares polémicos los que hacían que Martinelli no durara más de dos o tres meses en cada puesto de trabajo. Algunos amigos cercanos lo consolaban diciendo que era un incomprendido. El resto de sus amigos, directamente le dejaron de dirigir la palabra.
Durante sus períodos de abstinencia laboral, Martinelli pasaba dos tercios del día en el bar. El otro tercio se lo dedicaba sus ocho horas de sueño. ¿Quién iba a pensar, que las largas noche de bebidas, iban a abrirle una nueva perspectiva dentro del imaginario mundo de la creatividad?
Su musa inspiradora no viene del alcohol. O por lo menos, no directamente.
Algunos dicen que la mayoría de los grandes artistas que hoy se idolatran en salas de museo, eran consumidores y abusadores de diversos tipos de estupefacientes. Que gracias a la droga tenemos al surrealismo.
La historia de nuestro genio no tiene nada que ver con eso. O por lo menos, no directamente. La genialidad de las ideas que Augusto plasma en un menú, no le
llega cuando está borracho. Sino a la mañana siguiente, cuando está de resaca.
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Il processo creativo ha diverse formule, strade, punti di inizio, grilletti sparatori, ognuno con il suo libretto. Questa è la storia di un genio contemporaneo: Augusto Martinelli, scrittore culinario.
Ha impiegato anni Martinelli per trovare la sua vera vocazione. Ha passato varie redazioni di giornali e riviste lasciando la sua impronta nella storia
giornalistica degli anni ottanta. Come quella volta che il Sommo Pontefice è stato criticato per cause di irregolarità tributarie della chiesa. Il titolo
diceva: " Il Papa sa dove si trova la pappa."
O quando, lavorando per un giornale locale, ha titolato la notizia di una tragedia automobilistica nel quale un camion che trasportava prodotti vinicoli della regione di Mendoza, ha perso il controllo ed è finito incastrato nella sede di una associazione di quartiere chiamata Albina di Ituzango, con la seguente frase: "Al bino, vino."
Furono questo tipo di titoli polemici che facevano sì che Martinelli non durasse più di due o tre mesi in ogni posto di lavoro. Qualche amico vicino lo consolava dicendo che lui era un incompreso. Altri amici, invece, smisero di parlargli.
Nei periodi di astinenza lavorativa, Martinelli rimaneva due terzi del giorno al bar. L'altro terzo lo dedicava alle sue otto ore di sonno. Chi poteva pensare che le lunghe serate di alcool sarebbero ad aprirle una nuova prospettiva dentro all’immaginario mondo della creatività?
La sua musa ispiratrice non veniva dall’alcool. O non direttamente.
Alcuni dicono che la maggioranza dei grandi artisti che oggi sono idolatrati nelle sale dei musei, erano consumatori e abusavano di diversi tipi di stupefacenti. Che grazie alla droga abbiamo il surrealismo.
La storia del nostro genio non ha niente a che vedere con quello. O non direttamente. La sua genialità delle idee che Augusto plasma sul menu, non gli arrivavano quando era ubriaco. Ma alla mattina seguente, quando era “di risacca”.
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Fotografia: Juan Christmann
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