jueves, 4 de junio de 2009

QUE NO QUEDE EN PICADA / NON SOLO ANTIPASTI

Risotto del tiempo / Risotto del tempo
by Daniela Kodenczyk & Juan Christmann

Esta, es la historia de María Angélica Muñóz. Una historia de poco presente y mucho pasado.
María Angélica es, o era, o es (más adelante en el relato, darán cuenta de porqué es difícil establecer tiempos verbales cuándo se habla de ella.) una mujer que vive de los recuerdos.
Todos tenemos una tía que relata siempre las mismas anécdotas, hasta cuenta los mismos chistes una y otra y otra vez, chistes de los cuales todos estamos obligados a reírnos como si fueran nuevas, por simple cortesía.
Ella es la típica persona que afirma, con total seguridad, que todo tiempo pasado fue mejor.
Que antes los políticos eran menos corruptos, que los chicos respetaban a sus mayores y que todavía quedaban costumbres.
El gusto musical, los libros de su biblioteca y las películas preferidas de María Angélica se puede resumir en una palabra: Clásicos.
María Angélica no se subió nunca a la era digital, no tiene ni mail, ni ciberamigos y la letra @ no llegó a entrar en su diccionario.
Sin embargo un artículo fruto de la era moderna sí entró en su mundo. Un producto de la tecnología sí logró ser parte de su día a día. No ha sido el lavavajillas, ni la multicheff, ni el microondas. Todos estos electrodomésticos no hacen más que adelantar los procesos y que el futuro llegue más rápido de lo debido. Quién conoce a María Angélica, sabe que ella no dejaría nada de eso entrar en su cocina.
Pero cuándo le informaron que existía un aparato que hacía que los productos se mantuvieran su estado natural durante más de seis meses, que lograba que el tiempo quedara estanco, como si apretase el botón de pausa en la video-cassettera, no pudo resistir a la tentación.
Así fue que María Angélica se compró su primer freezer.
Fotos, videos, grabaciones, todos estos recuerdos no eran comparables con lo que María Angélica podía conseguir con un freezer.
Ella quería sentir y para eso tenía que conectarse con más de dos sentidos.
Él que dice que nunca fue arrastrado a un lugar y un momento en el pasado gracias al aroma de un plato o a una cucharada de postre, miente.
¿Quién no vivió esas milésimas de segundos en que creés volver a ese instante de niñez, que tras un suspiro, se desvanece?
Así fue donde María Angélica encontró la solución a su necesidad de revivir lo vivido. En la comida. Pero no era cuestión de aprender recetas y repetirlas, ya que todas tienen su secreto y la mano de quién la prepara.
María Angélica se dio cuenta que congelar comidas era una posibilidad de revivir lo que quisiera cuando quisiera, sin depender de nadie.
Todo empezó con el cumpleaños de su hija de 15, sobraron varias porciones de la tradicional torta rellena con dulce de leche, crema y frutillas. Descongelarla luego de 2 años era como revivir su entrada al salón con ese vestido y las flores, los tíos sacando fotos, las lagrimas de las abuelas, el vals, el carnaval carioca, todo.
Lo mismo sucedió con el risotto de habas y tomates confitados que cocinó para el trigésimo aniversario de bodas con Nestor. O con el lomo a la pimienta que preparó el día que se enteró que iba a ser abuela.
Muchos rotulan los tupper en el freezer con el nombre de la comida, como para no terminar descongelando un sabayón para acompañar un pollo, creyendo que es un puré de papas.
María Angélica en cambio, coloca fechas, como si fueran vinos en una bodega. Esperando a que los recuerdos se añejen.
Mientras algunos congelan las sobras de cada día, como una buena manera de contribuir a la economía del hogar, María Angélica convirtió a la parte de arriba de la heladera, en una máquina del tiempo.
La posibilidad de encontrarse una y otra vez con la comida que había preparado tiempo atrás, con el mismo sabor, la misma textura y frescura, seducía tanto a María Angélica que empezó a cocinar de más, sólo para congelar y seguir recordando.
Descongelar masas exclusivamente en horno; no congelar preparaciones con huevo duro; envolver el pan en papel absorbente pasar unos segundos en microondas y luego darle un toque de horno para que parezca recién horneado; saber que se puede descongelar y volver a congelar carnes cuando cambian de estado; son algunos de los tantos conocimientos que le permitieron congelar cada vez más y terminaron por obsesionarla.
Gracias a esa obsesión de congelar fue que María Angélica tuvo un consuelo el día que Nestor murió.
Fue trágico y dramático para toda la familia, en especial para ella.
Pero cuándo todos lloraron hasta secarse los ojos de lágrimas, cuándo todos dijeron grandes palabra sobre su hombre y compañero de vida. Cuándo ya todos le dieron el pésame. Cuándo se encontró de nuevo en casa poniendo la mesa para ella y una silla vacía, fue que se dio cuenta.
María Angélica fue hasta el living, puso una canción de Rita Pavone, descorchó un vino, abrió el freezer y descongeló una pequeña porción del risotto de habas para cenar una vez más, con su amado Nestor.

Questa, è la storia di María Angélica Muñóz. Una storia di poco presente e molto passato.
María Angélica è, o era, o è ( più avanti nel racconto, capirai perchè è difficile stabilire tempi verbali quando si parla di lei) una donna che vive di ricordi.
Tutti abbiamo una zia che ci racconta sempre le stesse cose, anche le barzellette le racconta una e altra volta, barzellette cui abbiamo l'obbligo di sorridere come se fossero nuove, per semplice cortesia.
Lei è la tipica persona che afferma, con tanta sicurezza, che tutto il tempo passato fu migliore.
Che prima i politici erano meno corrotti, che i ragazzi rispettavano gli adulti e che ancora rimanevano le tradizioni.
Il gusto musicale, i suoi libri della biblioteca e i suoi film preferiti si potevano chiudere in una parola: classici.
María Angélica mai è salita all’era digitale, non ha e-mail, neanche ciber-amici e la lettera @ non è mai arrivata nel suo dizionario.
Ma un articolo frutto dell’era moderna è riuscito ad entrare nel suo mondo. Un prodotto della tecnologia è riuscito ad essere parte della sua quotidianità. Non è stata la lavastoviglie, nè il robot da cucina, nè il microonde. Tutti questi elettrodomestici non fanno alto che accellerare i processi e che il futuro arrivi più velocemente. Chi conosce María Angélica, sa che lei non lascerebbe entrare nella sua cucina questi apparecchi.
Ma quando la informarono che esisteva un apparecchio che faceva rimanere i prodotti nel loro stato naturale per più di 6 mesi, che riusciva a fermare il tempo, come se premesse un tasto di pausa nel videoregistratore, non ha potuto resistere la tentazione.
Fu così che María Angélica ha comprato il suo primo freezer.
Le foto, i video, le registrazioni, tutti quei ricordi non erano paragonabili a quello che María Angélica riusciva a fare con un freezer.
Lei voleva sentire e per quello doveva collegarsi con più di due sensi.
La persona che dici che mai è stato spinto ad un luogo in un momento del suo passato grazie al profumo di un piatto o un cucchiaio di un dolce, è un bugiardo.
Chi non ha vissuto quei millesimi di secondi dove crede di esser tornato all’infanzia, ma dopo un sospiro si svanisce?
Così fu quando María Angélica ha trovato la soluzione alla sua necessità di rivivere il vissuto. Nel mangiare. Ma non era una questione di imparare ricette e ripeterle, poichè tutte hanno il suo segreto e la mano di chi le fa.
María Angélica aveva capito che surgelando i cibi aveva la possibilità di rivivere quello che voleva quando lei voleva, senza dipendere da nessuno.
Tutto è cominciato con il compleanno di 15 anni della sua figlia, erano rimaste varie porzioni della tradizionale torta ripiena con dolce di latte, panna e fragole.
Scongelarla dopo 2 anni era come rivivere il suo ingresso al salone con quel vestito e i fiori, gli zii che scattavano le foto, le lacrime delle nonne, il valzer, il carnevale carioca, tutto.
Lo stesso è successo con il risotto di fave e pomodori canditi che aveva cucinato per il trentesimo anniversario di matrimonio con Nestor, o il filetto al pepe che aveva preparato il giorno che aveva saputo che diventava nonna.
Molti scrivono fuori dai contenitori che mettono nel freezer il nome del cibo, così non scongelano uno zabaione per fare il contorno di un pollo, credendo che era un purè di patate.
María Angélica invece, mette le date, come si fossero dei vini messi a stagionare in una cantina. Aspettando che i ricordi invecchino.
Mentre tanti surgelano gli avanzi di ogni giorno, come una forma per contribuire all’economia della casa, María Angélica convertiva la parte superiore del suo frigo in una macchina del tempo.
La possibilità di trovarsi una e un’altra volta con il cibo che aveva preparato tempo fa, con lo stesso sapore, la stessa testura e freschezza, la seduceva tanto che María Angélica cominciò a cucinare sempre di più, solo per surgelare e continuare a ricordare.
Scongelare i pasticcini esclusivamente in forno; non surgelare preparati con uovo sodo; imballare in carta assorbente il pane, lasciare passare dei secondi nel microonde e dopo darle un touch du forno cosi sembrerà appena infornato; sapere che si può scongelare e tornare a surgelare le carni quando cambiano stato; sono alcune delle tante conoscenze che le hanno permesso di surgelare ogni volta di più e finire per essere ossessionata.
Fu grazie a questa ossessione di surgelare che María Angélica ebbe sollievo il giorno che Nestor è morto.
Fu tragico e drammatico per tutta la famiglia, specialmente per lei.
Ma quando tutti hanno pianto fino a non poterne più, quando tutti hanno detto grandi parole sul suo uomo e compagno di vita. Quando già tutti le hanno dato le sue condoglianze. Fu quando si è trovata di nuovo a casa bandendo la tavola per lei e una sedia vuota, che capì.
María Angélica andò in salotto, mise una canzone di Rita Pavone, aprì un vino, poi il freezer e scongelò una piccola porzione del risotto con fave per cenare un’altra volta col suo amato Nestor.


Blog de Juan Christmann & Daniela Kodenczyk : http://quelacosanoquedeenpicada.blogspot.com

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